19/06/14

TASSE, IMPOSTE…



TASSE, IMPOSTE… SENZA LOGICA

Potrebbe essere un gioco di parole in quanto ci vengono imposte tasse assurde ma nonostante questo paghiamo sempre più Imposte. Sì perché il regime fiscale prevede che un cittadino paghi tasse ed Imposte, ma qualcuno sa quante tasse e quante imposte paghiamo? Paghiamo più tasse o più imposte, fino a che punto queste sono lecite? Che differenza c’è tra le due? Tante domande e forse ne ho dimenticate molte, certamente non credo di poter dare un risposta a tutto, ma qualche spunto di riflessione sì.
La tassa, nell'ordinamento tributario italiano, è una tipologia di tributo ovvero una somma di denaro dovuta dai privati cittadini allo Stato che si differenzia dall'imposta in quanto applicata secondo il principio della controprestazione cioè legata a un pagamento, dovuto da un soggetto come corrispettivo per la prestazione a suo favore di un servizio pubblico offerto da un ente pubblico (ad es. tasse portuali e aeroportualiconcessioniautorizzazionilicenze).
La tassa è relativa a un servizio di cui ciascun contribuente può decidere se avvalersi o meno, e in generale, non è dipendente né dal reddito né dal costo del servizio richiesto; tramite le imposte si realizza la copertura finanziaria delle leggi e la spesa pubblica. Il finanziamento di opere o atti previsti per legge attraverso una tassazione è contraria al principio di eguaglianza e all'obbligo generale di contribuzione alla spesa pubblica (artt. 53 della Costituzione).
L'imposta è un tipo di tributo, ovvero una delle voci di entrata del bilancio dello Stato, costituita da un prelievo coattivo di ricchezza dal cittadino contribuente non connesso ad una specifica prestazione da parte dello Stato o degli altri enti pubblici per servizi resi al cittadino e destinata alla copertura della spesa pubblica. Sostanziale differenza perché una tassa si valuta (e paga) direttamente alla qualità ed alla quantità dei servizi offerti e fruibili, l'imposta invece è un “imposizione” fatta per sanare le incapacità amministrative, le azioni sconsiderate di gente incapace e certe volte (vedi tangenti) disonesta. Ma noi paghiamo più tasse o più imposte?
Altra cosa fondamentale la tassazione è “impugnabile” grazie all'art. 53 della costituzione.
Ma quanti di voi si sono chiesti se le tasse che è pagate sono davvero funzionali e proporzionate ai servizi ricevuti (per qualità e quantità)? Forse queste “tasse” si stanno trasformando più in imposte?

Le Imposte. Già il termine indica che si tratta di una imposizione che non si giustifica con servizi erogati, ma sostanzialmente serve a coprire buchi dello stato (che i filosofi dell'economia chiamano debito pubblico”). Ma un imposta ha senso se parallelamente ad essa non viene eseguita una riforma che porti alla risoluzione del problema che genera l'effetto per cui quell'imposta viene chiesta? Mi spiego se impongo ai cittadini di pagare un extra perché i costi energetici crescono e contestualmente non avvio dei programmi di sviluppo ed ammodernamento energetico non risolverò nulla se non svuotare le tasche alla gente (un po’ quello che succede oggi visto che la spesa pubblica continua ad aumentare così come le imposte)
Le imposte (che sono in moneta una moneta) possono essere dirette o indirette e questo lo sappiamo tutti, ma ancora si possono differenziare
Reale quando colpisce la ricchezza senza tener conto delle condizioni personali del suo possessore (imposte sui consumi, terreni, fabbricati, servizi dove già si pagano tasse).
Personale quando questa colpisce la ricchezza tenendo conto delle condizioni personali del suo possessore
Tra le due ovviamente la più ingiusta e forse utilizzata è l'imposta Reale che ovviamente non guarda in faccia nessuno e fa scorribande nelle tasche di tutti indistintamente dalle loro possibilità reali.
Imposte e tasse unite prendono il nome di tributo.
Le imposte poi possono essere determinate con il metodo contingente o di ripartizione in questi casi si fissa l'importo che serve e poi viene ripartito tra i vari soggetti, insomma poi sono cavoli nostri pagare.
L'imposta da quanto sopra, risulta quella somma che deve essere pagata dai contribuenti per effetto della loro subordinazione politica allo stato, un obbligo “scontato” così come lo era il servizio militare. La capacità contributiva dei cittadini, il cui indizio più sicuro è il reddito, è ciò che offre una concreta misura per la distribuzione delle imposte.

Insomma queste imposte... “Imposte” dallo stato invece che distruggere il tessuto economico e sociale (come sta accadendo in virtù della loro pesantezza ed iniquità) dovrebbero essere determinate in modo che meno ostacolino la produzione e meno alterino la precedente distribuzione della ricchezza. A prescindere dalla correttezza e giustezza dell’imposta risulta fondamentale che queste siano parallelamente rafforzate da adeguati strumenti che vadano a chiudere il buco che le ha generate evitando un inutile perdita di ricchezza. Certo che nello stato attuale delle cose un ulteriore grave problema deriva dalla non autonomia monetaria del nostro Paese. Non abbiamo più una moneta Sovrana, siamo costretti a farci prestare soldi da dei privati pagando non solo interessi monetari (che ci costano altre imposte) ma a sostentare ad impegni politici ed economici vessatori.
Considerando la mancanza di programmi per lo sviluppo di opere di ammodernamento vero reale (atte all’abbattimento dei costi dei servizi, energetici, burocratici)
Abbiamo in Italia una pressione fiscale che è ben oltre quella ufficializzata dai vari enti. Per pressione fiscale intendo il rapporto fra entrate fiscali (correnti e in conto capitale) e prodotto interno lordo (PIL). Questo valore definisce la quantità di risorse prodotte dal sistema e assorbite dal settore pubblico attraverso tributi (tasse+imposte+contributi). Da questo rapporto si capisce che aumentare il PIL potremmo ottenere una diminuzione della pressione fiscale. Ma come aumentare il PIL in modo continuo e crescente senza vere e fondamentali riforme, strutturali ed innovative? Non è possibile e soprattutto questa classe politica ha dimostrato negli anni di non saperlo fare.

Alla fine noi paghiamo dei tributi, sì come facevano già i romani, ma per quale motivo?? Se da queste non otteniamo un miglioramento della situazione è giusto pagare tanto? Quando la gente si desterà da questo torpore mentale, di coscienza che pervade la nostra società e la costringe ad uno sterile immobilismo che la impoverisce a 360°. Subiamo un imposizione illogica che non è supportata da specifici strumenti e per questo motivo i tributi continuano ad aumentare, oltretutto in un caos assoluto in quanto ogni anno molti di questi vengono modificati creando disagio e confusione, in poche parole oltre il danno, la beffa.

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