17/01/11

Tecnologia, leggie e sviluppo... paradossi, interessi ed incapacità


E' stato approvato alla fine del 2010 un interessante normativa sulla digitalizzazione.
L’intervento normativo è volto ad adeguare gli strumenti che le amministrazioni pubbliche possono utilizzare nei rapporti con cittadini ed imprese mediante il ricorso alle tecnologie della comunicazione dell’informazione, nell’ottica (sotto il profilo economico) di conseguire un recupero di produttività. In particolare vengono richiamati i principi relativi alla valutazione della performance organizzativa e individuale nelle Amministrazioni pubbliche, nonché quelli relativi alla responsabilità dirigenziale secondo le modalità indicate nel decreto legislativo n. 165 del 2001 come modificato dall’analogo decreto 27 ottobre 2009, n. 150.
Sinceramente ancora una volta si fanno leggi ma non sono applicabili.
Abbiamo una rete informatica ormai vecchia, poco diffusa e poco sfruttata.
In un periodo di crisi, investire sulla tecnologia e sull'innovazione è importante tanto quanto nei periodi di benessere.
Per quale motivo l'Italia è ferma da decenni nello sviluppo tecnologico, ma nel contempo partorisce leggi simili.
Abbiamo appena assistito alla puttanata del digitale terrestre un cambio imposto a termini di legge ma senza supporti adeguati. Si è scelto di sfruttare una tecnologia limitata e vecchia invece di potenziare nuove tecnologie. Quali? Per esempio le fibre ottiche ed il cablaggio delle città
Non sarebbe stato intelligente, da parte dello stato, avviare una procedura di sviluppo tecnologico sulle telecomunicazioni attraverso il cablaggio delle città?
I vantaggi, tantissimi, in primis nuovi e tanti posti di lavoro (per tutti), la possibilità di sfruttare i miglioramenti della tecnologia come per esempio avere tv via cavo con maggiore qualità e meno problemi di sintonizzazione, segnale e blocco dei decoder (decoder oltretutto pessimi, poi andate a vedere le principali aziende costruttrici di questi obbrobri tecnici a chi fanno capo). Altri vantaggi del cablaggio delle città? Velocità di comunicazione, gestione dati e sanità (sapete a livello medico che possibilità ci sarebbero se disponessimo di un segnale ad alta velocità costante e pulito?), la gestione dei documenti da parte delle pubbliche amministrazioni (legge appena emanata dal governo come riportato all'inizio), senza parlare delle centinaia di applicazioni domotiche per la casa, l'ambiente ed il lavoro. Tecnologie oltretutto rinnovabili, migliorabili e senza un limite di mercato da questo punto di vista.
Molto spesso mi chiedo se i governi, ci prendano davvero per fessi, ma prima di costruire un tetto, fate le fondamenta, solide, resistenti, sicure.
I governi sono purtroppo figli dell'economia, un economia becera e di interessi privati che ormai da decenni bloccano lo sviluppo tecnologico che potrebbe anzi che garantirebbe meno dittatura e più libertà per tutti.
La tecnologia e l'innovazione sono un elemento che devono essere al servizio della gente e devono essere permesse e concesse alla gente. Tecnologia, libertà evoluzione, sono termini che non possono non coesistere, anzi luno richiama e richiede l'altro.
Uno stato che fa sviluppo a parole (o leggi) non è uno stato che tutela i propri cittadini è uno stato di interesse e come tale dannoso, ed in Italia sono almeno 30 anni che lo stato sta maltrattando i cittadini sotto questi punti di vista (la distruzione della olivetti, dei centri tecnologici per l'aeronautica e lo spazio, la tecnologia informatica e delle telecomunicazioni).
In Italia nascono grandi gruppi che vogliono gestire e non fare tecnologia o meglio vogliono gestire il giro d'affari ed i soldi della gente che cerca, spera e pensa di sfruttare nuove tecnologie.. Ribadisco e ricordo il digitale terrestre come ultimo e lampante esempio ed ora questa legge che fa parte di una delle novità introdotte dal Decreto Legislativo 30 dicembre 2010, n. 235

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