Ci risiamo, si specula sulla testa del
popolo, ora tocca all'Italia, così come successo con Grecia ed altri
prima di loro, ora tocca a noi e presto alla Spagna.
Partiamo da un termine fortemente
utilizzato in questi giorni: Lo spread.
Ci riferiamo in particolare allo spread
tra titoli tedeschi e quelli italiani.
Lo spread è
il differenziale tra la rendita percepita su un Bund tedesco e un BTP
Italiano a maturazione di 10 anni
Per l’Economist ogni
punto di percentuale di interesse sul debito italiano aumenta il
nostro disavanzo di circa 12 milliardi di Euro annui.
Attenzione da questi semplici termini
arriva la prima possibilità di fregatura: lo spread
potrebbe non essere solo uno specchio della solidità del nostro
debito ma anche la causa del suo gonfiarsi. Vi è infatti la
possibilità che chiedendo rendite sempre più alte sui BTP si giunga
ad un inasprimento della nostra posizione rispetto ai creditori e
dunque ad un ulteriore innalzamento dei tassi e quindi dello spread.
È proprio qui che nasce il timore di un attacco
speculativo.
Torniamo indietro un passo abbiamo
palato di bond, cosa sono:
Quando il governo è a
corto di denaro, esso emetterà dei bond nella sua valuta locale o in
valuta internazionale. Se le obbligazioni sono in valuta locale, sono
chiamati titoli di Stato. Le persone sono interessate ad acquistare
dei titoli di stato grazie alla loro elevata sicurezza e ai ritorni
assicurati. Sono infatti uno strumento a reddito fisso. Gli
obbligazionisti riceveranno poi sia la somma di
denaro investita che un certo tasso di interesse. I titoli di Stato
sono suddivisi in categorie in base alla durata dei titoli. La crisi
dei debiti sovrani nasce perché il mercato chiede tassi sempre più
alti per sottoscrivere i titoli di Stato dei paesi più indebitati.
L'Italia rischia di più perché oltre ad avere il terzo debito più
alto del mondo (1.900 miliardi) ha da anni la maglia nera per
crescita in Europa. Nell'ultimo decennio il nostro Pil
Abbiamo quindi definito anche il
concetto sempre più utilizzato di debito sovrano, ovvero:
debito
dello Stato nei
confronti di altri soggetti, individui, imprese, banche
o stati esteri, che hanno sottoscritto un credito
allo Stato sotto forma di obbligazioni
(quali, in Italia, BOT,
BTP,
CCT
ecc...) destinate a coprire il disavanzo del fabbisogno finanziario
statale ovvero coprire l'eventuale deficit
pubblico nel bilancio
dello Stato.
Ma storicamente cosa era il debito
sovrano?
Con il termine debito sovrano si
definiva giustamente il debito contratto dai regnanti dal Medioevo
fino al XIX secolo. Il sovrano gestiva a suo piacimento il debito
quando questo era arrivato a livelli di insostenibilità. Una delle
pratiche più diffuse – svariate citazioni storiche le troviamo in
tutti i classici del pensiero economico, a partire da Adam Smith –
era quella di ritirare le monete d’oro o d’argento in
circolazione e riconiarle, avendo cura di lasciare immutato il valore
nominale mentre diminuiva il peso specifico in oro. In altri termini,
i sovrani tagliavano il loro debito sottraendo valore d’uso alle
monete che mantenevano il loro valore nominale. E i sudditi non
avevano alternative: dovevano usare quelle monete che avevano subito
una perdita di valore. Questo non vi riporta al signoreggio? Ovvero
che realmente perde valore fino a non averne che viene impiegata con
valore nominale elevatissimo.. signoraggio, ovvero il potere assoluto
del sovrano sulla emissione e circolazione della moneta/denaro.
Che cosa ha a che vedere il termine
attuale di debito sovrano con quello passato?
Ve lo dico io una solenne fregatura per
chi produce realmente ricchezza, servizi, per chi lavora.
Vi segnalo ora un terzo termine
fregatura il CDS o meglio credit default swap
Il credit default swap (CDS)
è uno swap
(per i CDS è un contratto di assicurazione che prevede il pagamento
di un premio periodico in cambio di un pagamento di protezione nel
caso di fallimento di un'azienda di riferimento. ) che ha la funzione
di trasferire l'esposizione creditizia di prodotti a reddito
fisso tra le parti. È il derivato creditizio più usato. È un
accordo tra un acquirente ed un venditore per mezzo del quale il
compratore paga un premio periodico a fronte di un pagamento da parte
del venditore in occasione di un evento relativo ad un credito
(come ad esempio il fallimento del debitore) cui il contratto è
riferito. Il CDS viene spesso utilizzato con la funzione di polizza
assicurativa o copertura per il sottoscrittore di un'obbligazione.
Tipicamente la durata di un CDS è di cinque anni e sebbene sia un
derivato scambiato sul mercato (non regolamentato) è possibile
stabilire qualsiasi durata.
(Questa cosa ricorda tanto la crisi Usa
dei derivati e tutto ciò che ne è scaturito)
Ma questa porcheria non è soltanto
ammessa, ma viene gestita da un vero e proprio mercato di scambio
(non riconosciuto ufficialmente) che prende il nome di
over-the-counter caratterizzato dal non avere i requisiti
riconosciuti ai mercati regolamentati. Sono mercati la cui
negoziazione si svolge al di fuori dei circuiti borsistici ufficiali.
Pensate cosa possono fare degli abili avvoltoi speculatori
sfruttando e gestendo questo mercato.
Il funzionamento è molto semplice, un
acquirente di azioni (o qualsiasi altra cosa) si vuole assicurare sul
risultato e stipula un contratto a due con un assicuratore. Questo
finché le azioni vanno bene incassa dall'assicurato dei soldi in
proporzione al valore di rischio (più sale il riscio più aumenterà
l'assicurazione), se le azioni saltano (ovvero la società che le ha
emesse fallisce) l'assicurato riceve un premio assicurativo stabilito
dal contratto. Ricordate che questi titoli assicurativi sono
scambiabili, da qui deriva il mercato sopra citato. Ora secondo voi
se un azienda (o uno stato) va male.. le grandi assicurazioni (o
grandi gruppi di interesse economico/politico) avranno vantaggio a
che la situazione migliori o peggiori? Stando attenti a non far
fallire la società o meglio nel nostro caso lo Stato che ha firmato
quei contratti assicurativi, magri con interventi specifici delle
banche centrali, ecc (visto che più ci si avvicina al punto di
default più il premio assicurativo cresce, più la società incassa
dall'assicurato, più il titolo rende e quindi acquisisce valore sul
mercato CDS).
Rimane facile capire come ancora una
volta tutto questo si scarichi sui cittadini che si trovano a doversi
confrontare con manovre circensi per gestire imposizioni della UE,
necessità dello stato, ecc.
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