10/12/10

Parmalat e la Giustizia Italiana - Questa è L'italia - parte 2



Sentenza Parmalat la montagna ha partorito un topolino? Voi cosa ne pensate?
I risparmiatori italiani che hanno avuto fiducia in Parmalat si sono visti ridere in faccia, si sono presi dei pirla a titolo ufficiale dalla giustizia Italiana. Ebbene si a fronte di qualcosa come circa 700 mln di euro la Giustizia Italiana, come sempre la migliore al Mondo ha riconosciuto circa il 5%.. si il 5% avete capito bene.
Ma che giustizia è questa? Un processo fatto per mandare in galera qualcuno (che come elemento di giustizia ci sta) non è una giustizia vera se non si ripaga il torto. Paradossalmente pensate che ai risparmiatori interessasse di più recuperare i soldi o mandare i colpevoli in carcere. Qui entrano in gioco ancora anche lo stato che dovrebbe avere controlli più rigidi e certi su chi opera in borsa utilizzando i soldi della gente, ma si sa la Consob è la Consob. Pensate che ad accorgersi della truffa di Parmalat è stata Bank of America, se aspettavamo i nostri tontoloni ancora oggi Tanzi se la rideva alle spalle degli Italiani.
Tornando alla sentenza il posto numero uno dei creditori spetta, però, alla Parmalat di Enrico Bondi che avrebbe diritto a due miliardi, che, verosimilmente, non saranno mai coperti: i beni sequestrati agli imputati non sono infatti sufficienti che a garantire una parte minima di questi soldi.
Di conseguenza, almeno dalla provvisionale decisa dal tribunale parmigiano, è estremamente difficile, per non dire impossibile, che tutte quelle persone che fra gli anni novanta e i primi del Duemila sono state convinte ad acquistare obbligazioni della Parmalat credendo che fosse un gruppo solido, possano vedere un centesimo.
Come elemento di paragone dell'equità della Giustizia Italiana vi riporto quanto successo ultimamente in alto adige la fonte è www.ladige.it.
In carcere per aver omesso di versare 134 euro di contributi Inps. Nel Paese dove in Parlamento siedono, liberi, anche senatori e deputati condannati per mafia, accade anche questo. Il protagonista è un artigiano trentino da tre giorni in prigione per scontare una condanna a tre mesi di reclusione. Aveva confuso alcuni atti giudiziari che gli erano stati recapitati dimenticando quindi di chiedere la sospensione della pena .
Il paragone è 3 mesi per 134 euro legati ad una incomprensione della giustizia e della macchinosità di Equitalia (ente di riscossione sulla cui legalità ci sarebbe da discutere), che potevano essere recuperati diversamente mentre a tanzi & C che 14 anni per miliardi di Euro rubati sembrano tanti e con la possibilità che qualcuno di questi non faccia nemmeno un anno di galera..
Questa è L'italia che abbiamo voluto Noi questa è la nostra giustizia forte con i deboli debole con i forti?

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